Sapevi che la Pet Therapy con cane e gatto è una delle più utilizzate? Scopriamo insieme il perché.
Che cos’è la Pet Therapy?
La Pet Therapy, o “Terapia dell’animale da affezione”, nasce intorno agli anni ’60 grazie a Boris Levinson, uno psichiatra infantile che ha verificato su i suoi stessi pazienti gli effetti benefici di questa innovativa terapia.
Ma attenzione: è importante ricordare che la Pet Therapy non è una cura, ma una pratica di supporto alla medicina tradizionale. Inoltre i benefici di questa terapia derivano dal rapporto che il “pet” instaura con il paziente, e non dall’animale di per sé.
A chi è rivolta la Pet Therapy?
Disabili, bambini, anziani: la Pet Therapy è adatta a tutti, ma soprattutto non è circoscritta all’ambito terapeutico, quindi può essere utilizzata anche in contesti educativi o ludici.
Infatti, il profondo legame che si instaura fra la persona e il “pet” aiuta i disabili e gli anziani ad affrontare le piccole sfide quotidiane con un nuovo entusiasmo, e i bambini a sviluppare nuovi e più rapidi processi di apprendimento.
Pet Therapy con cane e gatto: perché sono i più idonei?
I cani e i gatti sono fra i più raccomandati nella Pet Therapy e non solo perché sono considerati i “pet” per eccellenza.
Infatti, a differenza di altri animali utilizzati, come il cavallo o l’asino, i cani e i gatti possono stare con i pazienti quotidianamente e per periodi molto più lunghi.
Prendiamo ad esempio i malati terminali: poter avere vicino il proprio cane o il proprio gatto è un toccasana per il loro umore e li aiuta a combattere il dolore.
E’ importante sottolineare che tutti gli animali impegnati in questa terapia sono certificati dai veterinari specializzati e devono rispondere a rigidi requisiti comportamentali, attitudinali e sanitari. Inoltre è fondamentale la relazione che si instaura tra il “pet” e il suo conduttore, ovvero la persona incaricata ad addestrare l’animale, e che sarà presente in tutte le sedute con il paziente.
Che cosa rende la Pet Therapy una terapia così unica ed efficace? Il fatto che, a differenza degli uomini, il “pet” si dona totalmente, non giudica e non ha pregiudizi.
Lascia un commento