Archivio Mensile: gennaio 2022

A cosa serve il microchip

Chi ha un cane ormai lo sa: il microchip è obbligatorio per legge e deve essere presente su tutti i cani, che siano di razza o meno, di taglia grande o piccola, che vivano in un appartamento o in un giardino. A cosa serve il microchip? Capiamo insieme cos’è, a cosa serve, quando si mette, quanto costa e, soprattutto, come funziona!

Cos’è?

Il microchip è l’unico sistema identificativo nazionale per gli animali d’affezione, introdotto il 1° gennaio 2005. È un piccolo dispositivo elettronico, delle dimensioni di 11×2 millimetri, racchiuso in una capsula di vetro biocompatibile. All’interno, un chip “leggibile” solo da un apposito lettore, contiene un codice univoco di 15 cifre che racconta la storia del cane e permette di risalire al nome e alla residenza del suo proprietario.

A cosa serve?

Il microchip costituisce un vero e proprio titolo di proprietà. Permette di identificare il nostro cane, di certificare che ci appartiene e che noi abbiamo, nei suoi confronti, sia dei diritti che dei doveri. Il microchip, grazie al codice univoco al suo interno, permette di registrare il cane all’Anagrafe Canina.

A chi si mette e quando?  

Dal secondo mese di vita, tutti i cani, a prescindere dalla razza, dalla dimensione e dallo stile di vita, devono essere associati a un codice univoco e avere quindi il loro microchip. Nel momento dell’impianto del microchip, il veterinario deve rilasciare anche il certificato d’iscrizione all’anagrafe, che costituisce il documento di identità e che deve accompagnare il cane per tutta la vita.

Quanto costa?

Il microchip può essere inserito da qualsiasi veterinario abilitato e il costo è quello di una visita, quindi può variare a seconda del professionista scelto. Chi vuole può rivolgersi ai Servizi Veterinari dell’Asl di competenza entro i primi due mesi di vita del cane per avere il microchip gratuitamente o al solo costo base del dispositivo. Oppure, può rivolgersi ad alcune associazioni per la tutela degli animali che occasionalmente organizzano campagne di sensibilizzazione offrendo l’impianto gratis, soprattutto per contrastare il randagismo.

Come funziona?

Il microchip utilizza la tecnologia R.F.ID. (Radio Frequency Identification), ciò significa che viene letto attraverso onde a radiofrequenza. Il veterinario, grazie all’apposito lettore di microchip, potrà dirci il codice di 15 cifre dell’animale e avere tutte le informazioni che lo riguardano.

Ecco a cosa serve il microchip! Il vostro cane è registrato all’Anagrafe Canina? 


Notte della Befana: gli animali parlano! Una leggenda diventata proverbio

“La Notte della Befana nella stalla parla l’Asino, il Bove e la Cavalla”. Questo proverbio, originario della Calabria e poi diffusosi in tutta Italia, ha origine da una leggenda che oggi vi raccontiamo.

Dalla storia…

La leggenda narra di un contadino della provincia di Cosenza che era solito concedere poco foraggio ai suoi animali.

La notte della Befana lasciò a digiuno gli animali e si nascose per poterli ascoltare. Durante la conversazioni i buoi dissero che l’uomo era cattivo e preannunciarono che presto sarebbe stato “un uomo morto sopra e sotto il carro“. Il contadino non capì il senso della frase e il giorno dopo, mentre cercava di spronare i buoi affamati, questi fecero rivoltare il carro e l’uomo ne rimase schiacciato e ucciso. Con lo stesso carro il contadino venne portato al cimitero, trasformando la profezia in realtà.

… a oggi!

Secondo il proverbio “La Notte della Befana nella stalla parla l’Asino, il Bove e la Cavalla”, quindi, gli animali – della fattoria e domestici – durante la notte dell’Epifania si ritrovano e parlano tra loro, raccontandosi di come vengono trattati dal loro padrone. Gli umani non possono e non devono assolutamente ascoltare queste “magiche” conversazioni altrimenti la sfortuna è pronta a colpire!

Questo racconto legato alla notte della Befana ci ricorda quanto sia importante trattare sempre con rispetto e amore i nostri amici a quattro zampe!